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Il punto più elevato del sistema montuoso amiatino coincide con la collocazione della Madonna degli Scouts, situata nella Vetta, a lato della Croce monumentale in ferro. |
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Una visione primaverile, con la fioritura dei narcisi, dal monte Labro. Siamo nel versante sud, l'abitato che si intravede è santa Fiora. |
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Faggeta dell'Amiata. Le piante fanno a gara a salire in cielo, alla ricerca del sole . I faggi sono presenti oltre l'altitudine di 900/1000 metri, e raggiongono, specie nel versante nord, dimensioni ragguardevoli. |
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Altra faggeta nei pressi del Pian delle Macinaie. Cambia l'aspetto, decisamente invernale, in attesa che la primavera riporti il fogliame sui tronchi e sui rami nudi. |
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Una scenografica immagine notturna invernale nei pressi del Rifucio Cantore. |
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L'edificio con la torre dell'Orologio, nell'interno dell'area di archeologia mineraria di Abbadia San Salvatore. In questa struttura è stato allestito il museo minerario, a ricordare un'epoca durata circa un secolo in cui la produzione del mercurio ha rappresentato una risorsa economica dell'intero territorio amiatino, con tutte le contraddizioni sociali che essa ha comportato. |
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La porta al Castello a Piancastagnaio. E' contestualmente l'entrata più importante nel borgo di Piancastagnaio, che conserva tuttora angoli variamente suggestivi. |
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Il santuario di San Pietro, nel pianoro boschivo in cui si sta sviluppando la parte nuova dell'abitato di Piancastagnaio. |
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Uno scorcio del centro storico di Piancastagnaio: la torre dell'Orologio, collocata a fianco della chiesa di S. Maria Assunte e della vecchia sede municipale. |
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Il castello Aldobrandesco di Piancastagnaio, di cui si hanno notizie certe databili poco prima del 1200. Feudo in origine degli Aldobrandeschi, passò poi sotto il dominio di Orvieto e successivamente della Repubblica Senese. |
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La chiesa della Propositura o dell'Opera, il principale tempio di Casteldelpiano, ed il più grande per dimensioni dell'intero comprensorio amiatino. All'interno opere pittoriche di Giuseppe Nicola e di Franceso Nasini. |
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L'amena piazza Garibaldi in Casteldelpiano, ristrutturata da qualche anno con un intervento di arredo urbano particolarmente felice. Vasti pratini, che offrono un verde intenso e apprezzato, con percorsi pedonali che utilizzano materiali lapidei naturali e con una illuminazione pubblica di elevato livello. |
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La torre dell'Orologio a Casteldelpiano, a fianco del Palazzo Nerucci, edificio rinascimentale, il cui utilizzo odierno è finalizzato ad eposizioni pubbliche e culturali. |
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I campanili di Casteldelpiano che svettano nella florida vegetazione estiva, in una vista da nord-est. |
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Frammenti di storia e di dominio temporale evocati dagli antichi edifici che si affacciano nella piazza-salotto di Santa Fiora. Ieri sede della potente casata degli Aldobrandeschi, e poi degli Sforza Cesarini, oggi centro di interrelazioni culturali e turistiche. |
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Una visione dall'alto della Peschiera di Santa Fiora, una preziosa vasca di acque sorgive che consente allevamenti ittici di trote e di carpe. |
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Una delle chiese più venerate di Santa Fiora, sant'Agostino. In essa si conclude la processione del 3 maggio con il trasporto dei tronchi a forma di croce, un evento religioso che evoca un voto collettivo che si fa risalire ad uno scampato terremoto o, più probabile,ad una scampata epidemia. |
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Un angolo ottocentesco di Roccalbegna in cui è visibile il poderoso masso calcareo che sovrasta l'abitato. |
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