Località posta nel versante occidentale dell'Amiata, punto di riferimento per la pratica degli sports invernali nell'Amiata, ove sono dislocati circa 20 Km. di piste per lo sci alpino e nordico. Casteldelpiano presenta un valido assetto urbanistico, articolatosi nello scorso secolo in forme regolari e pregevoli.

Al centro del paese due templi di chiara intonazione barocca, la chiesa dell'Opera (o "Propositura"), ove sono presenti numerose tele e dipinti di Francesco Nasini e figli, validi esponenti del seicento toscano, e la chiesa della Madonna delle Grazie, affiancata al Palazzo Municipale.

Il borgo vecchio è ben conservato e presenta a sua volta interessanti angoli panoramici sulla val d'Orcia, la valle degli olivi e dei vigneti, dall'Unesco,indicata "patrimonio dell'umanità" per la particolare valenza paesaggistica, simbolo dell'aspetto storico e morfologico della Toscana.

 

La sua storia si dipana nei secoli unitamente alle altre località amiatine del versante occidentale, in cui si affermò il predominio degli Aldobrandeschi, dalla discesa dei Longobardi fino alla conquista dell'intero territorio da parte della Repubblica di Siena prima e successivamente del Granducato di Toscana.

Nell'attualità, Casteldelpiano è un vivace centro con la presenza di attività non solo turistiche e commerciali, ma anche di iniziative imprenditoriali di carattere artigianale e della piccola industria, specie nel settore alimentare e meccanico.

Agricoltura razionale e moderna nelle vallate sottostanti Casteldelpiano, con una particolare attenzione per le frazioni di Montegiovi e Montenero d'Orcia, ove si producono ottime qualità di vino ed olio.

CASTELDELPIANO, (CASTEL DEL PIANO), provincia di Grosseto. Altitudine mt. 632. Abitanti 4770. Dista da Grosseto 55 km., da Siena 67 km, da Roma 198 km.. Alberghi, ristoranti ed altre strutture ricettive (in particolare impianti sportivi), organizzazione turistica, impianti civili di buona qualità.

Si vive in questa terra con qualche civiltà, e vi si gode aria assai buona, e in tempo estivo per esser luogo di montagna, riesce assai fresca, e deliziosa, ma in tempo d'inverno è cruda ed umida. Vedesi in cima al borgo la Chiesa dell'Opera, fabbrica di architettura moderna, assai capace, ma non anco perfezionata, con la sua facciata, e fregi di dentro, e di fuori di pietra concia, et è la più bella chiesa di tutta la Montagnata, eccettutata quella de' monaci Cisterciensi dell'Abbadia di S. Salvatore, che la supera in capacità, ma non in vaghezza.

Sono in questa otto cappelle delle quali solo quattro sono in uso, e per le altre quattro vi è solamente il guscio....

Generalmente tutti hanno un poco di castagneto, e vigna, o in proprio o della Comunità. Gli huomini di questo luogo sono industriosi, faticando o alla campagna ne' propri beni, o in Maremma, e in tempo d'estate, in cui cessano le faccende della Maremma, cavano qualche denaro dal trasporto di fragole, e funghi salati a Siena e altrove, e molti attendono alle vetture, essendovi al presente quaranta bestie da soma per condurre le vene del ferro dalle Ferriere di Potentino e di Seggiano. Anco le donne sono industriose, attenendo a tirare avanti le semente, et il tempo che gli avanza, lo spendono in tessere panni.... Molte famiglie di particolari spianano il grano, e fanno il pane non solo per il bisogno della terra, ma ne provvedono ancora Arcidosso e altri luoghi della Montagna. (Ispezione Gherardini e De Vecchi, per lo Stato di Siena, anno 1676-77)

 

Numerose sono le ragguardevoli e popolate terre situate in quella provincia che Montamiata si addimanda, ma forse, se non superiore, almeno non inferiore, si è quella nominata Castel del Piano, atteso che per vaghezza di fabbriche, disposizione delle strade, simmetria negli edifici e magnificenza ne' templi, ogn'altra ne supera.

Questo borgo, a fabbricare fu principiato circa la metà del secolo XVI, e in tempo del principiato, ricevè il suo termine verso la fine del medesimo secolo, onde è che si è accresciuta la popolazione di Castel del Piano fino al numero di 1973 anime, come è di presente. Le case di questo borgo sono tutte d'un eguale altezza, e, tanto in questo che nella terra (circostante), numerose si vedono, con porte e finestre ornate, negli stipiti e negli architravi, con pietre conciate. Due se ne scorgono intieramente di pietra, molte riescono comode e d'apparenza.

Sono gli abitatori d'indole dolce, e trattabile, e per naturale disposizione portati all'industria, poichè alcuni attendono al traffico e alla mercatura, altri alla coltura degli ortaggi, o della campagna, atteso che pochi vi sono che non possiedono o vigne o castagneti, o propri o della comunità. Altri s'industriano nel cogliere i funghi e le fragole, che trasportate a vendere, ne ritrovano qualche non ordinario guadagno, altri , e particolarmente nei mesi dell'inverno, lavorano in legnami, e infine le donne, o aiutano gli uomini nelle semente e nel cogliere le castagne, o travagliano nel tessere panni di lino e di lana.....

Nonostante l'angustia del territorio, vi è una buona ed assai vasta selva di castagni, chiamata di Gravilona, la quale prima che fosse allineata in preselle ai paesani, e allorchè si teneva per conto dell Comunità, somministrava gran legname di lavoro ai senesi e ad altri popoli, e a tale oggetto vi era l'edificio della sega ad acqua....

Il terreno è tutto nella maggior parte composto di strati di rena, e di sabbione più che ci avviciniamo alla scesa dei fiumi dell'Orcia e del Vivo, di maniera che in questo luogo rende pochissimo frutto a grano, ma esso è bensì fertile a segala, ed atto per le piantate di castagni. Ma se questo suolo per natura sua è sterile per le semente, è fertile però per le praterie, che si rivestono d'erba fino a tre volte in un anno stesso, onde è che i bestiami vi si nutriscono mirabilmente, gli alberi fruttiferi vi crescono in altezza, le fragole di squisito sapore vi germogliano, l'angelica, la carolina ed altre semplici erbe vi nascono in abbondanza, onde è che i semplicisti di tutta la Toscana e dello Stato Pontificio, ne' mesi dell'estate vi si portano per farne provvista. ("Lo Stato di Siena, antico e moderno" di G.A. Pecci, 1765).

 

 

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